ABRAMO E ISACCO |
Consideriamo questa parte della Genesi che narra le peripezie del Patriarca Abramo, come un “sogno” collettivo in cui ciascuno di noi può, identificandosi con il protagonista della storia, e interiorizzando tutti i personaggi, ritrovare il suo sogno personale suggeritogli dal Sé per condurlo e guidarlo sul Sentiero della Reintegrazione. Dopo aver sintetizzato e adattato anche questa parte della Bibbia a copione teatrale per poterlo rappresentare nel nostro teatrino del CIS, ecco che questo nostro Abramo, semplificato e ridotto per necessità di “lavoro” all’essenziale, è pronto per essere posto sull’Albero e organizzato in un “viaggio iniziatico”. Abram (= il Padre e` elevato), che poi diventa Abraham (= padre dei popoli), per noi Abramo, rappresenta il ns/ Assiah, la personalita` che per ubbidire alla voce del Se`, inizia un viaggio interiore alla ricerca della Terra Promessa; essa deve lasciare tutto quello che ha di noto per affrontare l’ignoto (vattene dal tuo paese, dalla tua patria e dalla casa di tuo padre, verso il paese che io ti indichero` … faro` grande il tuo nome e diventerai una benedizione). Scopo del viaggio e`: diventare “grande”, attributo di Daath, cioe` del Cristo, e diventare “una benedizione”(… in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra) cioe` contribuire alla redenzione dell’umanita`. Il viaggio sara` lungo, solamente i discendenti di Abramo conquisteranno la Terra Promessa, per poi riperderla e riconquistarla, e poi riperderla…ecc. ma questa e` la storia umana. Abram pero` nel suo viaggio non e` solo, ha con se` Sara (= la Principessa) la sua controparte femminile, bellissima, e anche un nipote, Lot (= sorte) il suo destino, che potremmo considerare come tutto quello che gli e` proprio fino al momento della partenza, (caratteristiche ereditarie, inclinazioni astro-mentali, che gli derivano dalla terra di Ur) e che presto si allontana da lui e lo lascia perché indirizzato verso interessi diversi, (le citta` di Sodoma e Gomorra, l’astrale nero), abbiamo infatti attribuito a Lot il centro Yesod dell’albero nero. La vittoria di Abramo sul re di Sodoma gli consente di contattare il gran sacerdote Melchisedeck (= re di giustizia) a cui abbiamo attribuito il mentale superiore o intuizione, sarcerdote dell’Altissimo, prefigurazione del Cristo (Daath) e di poter poi sottrarre alle mire del faraone (mentale nero) la sua Sara (= Principessa = Divina Shekinah). Tuttavia dal viaggio compiuto per carestia (= mancanza) nella terra del faraone un qualche problema Abramo se lo e` creato. Il problema e` Agar (da agere = spingere), la schiava egiziana che Sara per sfiducia e insoddisfazione (non riuscendo ad avere figli) spinge verso il marito: dalla loro unione nasce infatti Ismaele (= possa Yhwh udire), il figlio della schiava, destinato ad abitare il deserto e ad essere arciere (= soldato armato di arco e frecce per colpire), a creare dunque sempre problemi alla discendenza di Abramo e che abbiamo percio` collocato nel Tiphereth nero. La lunga e particolareggiata contrattazione per la sorte di Sodoma e Gomorra da parte di di Abramo con il Signore chiarisce bene la sua posizione verso queste due citta`: si darebbe egli tanto da fare se ‘quelle’ non fossero ‘sue componenti interiori’? Una volta eliminati questi due ‘mondi’ di peccato (… voglio scendere e vedere se proprio hanno fatto il male di cui mi e` giunto il grido ecc.…) ecco che Sara puo` finalmente generare Isacco (= Yhwh ha sorriso), il Figlio dell’Alleanza, il figlio della Regina. Abimelec, re di Bersabea (= pozzo del giuramento) con cui Abramo stipula il patto di fratellanza e non aggressione e a cui Abramo offre sette agnelle come testimonianza del pozzo scavato da lui rappresenta quella parte della personalita`, il fisico nella sua materialita`, che ha diritto a sette agnelle e non ‘altro’, che puo` attingere al pozzo per dissetarsi, ma non ne puo` reclamare il possesso. Ed ecco il momento culminante della storia: ad Abramo viene richiesto il “sacrificio” del Figlio, di offrirlo in olocausto (= cio` che deve bruciare tutto). Se Isacco rappresenta il Tiphereth dell’Albero Cabalistico bianco, la richiesta del Se` (Yhwh) e` chiara: il cuore della personalita` deve ardere di amore per Lui totalmente. Non ci possono essere mezze misure. La totale disponibilita` di Abramo e di Isacco al sacrificio richiesto permette, alla morte di Sara, l’acquisto della grotta di Macpela da Efron l’ Hittita, e quindi del primo reale possesso di Abramo nella Terra Promessa. Come gia` detto altre volte e` questo un passo irreversibile per l’iniziato sul Sentiero un raggiungimento che non verra` mai meno: aver posto le radici nella Terra Santa aver diritto di proprieta` e di cittadinanza in essa. La grotta di Macpela, diventata tomba di famiglia accoglie le spoglie di Sara e poi quelle di Abramo, di Isacco e Rebecca, di Giacobbe e Lia. In essa vengono custodite le radici di Israele (= colui che ha combattuto con il Signore e gli uomini e ha vinto). Eliezer (= Yhwh aiuta), il servitore di Abramo, che abbiamo posto sullo Yesod bianco, e` l’artefice del matrimonio tra Isacco e Rebecca (= miriadi di discendenti): abbiamo collocato Rebecca e la sua famiglia sull’astrale bianco, di tale mondo Rebecca rappresenta la polarita` terra-acqua e Isacco quella aria-fuoco; dalla loro unione nasceranno Giacobbe ed Esau` (Israele e la sua ombra). Grazie. F.V.
ABRAMO E ISACCO - ALBERO CABALISTICO
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