MOSE'

 

ALBERO CABALISTICO DI MOSE'

 

 

 

“Mose`” interpretazione  cabalistica                  

Consideriamo  questa prima parte  della storia del grande condottiero di Israele come un “sogno” collettivo in cui ciascuno di noi può, identificandosi con il protagonista della storia, e interiorizzando tutti i personaggi, ritrovare il suo sogno personale suggeritogli dal Sé per condurlo e guidarlo sul Sentiero della Reintegrazione. Dopo aver sintetizzato e adattato anche questa parte della Bibbia a copione teatrale per poterla  rappresentare nel nostro teatrino del CIS, ecco che questo nostro Mose` cosi` semplificato e ridotto per necessità di “lavoro” all’essenziale, è pronto per essere posto sull’Albero e organizzato in un “viaggio iniziatico”, vale a dire considerato come una discesa agli inferi e una risalita sull’Albero.
Mose`, (= salvato dalle acque), e` un  unico bimbo salvato da una ‘strage di  innocenti’ per un destino di Salvezza piu` grande, cosi` come piu` tardi un Altro Bambino verra` salvato da un’altra ‘strage di innocenti’; per lui l’Albero di Israele subisce una potatura drastica, per permettere lo sviluppo di un germoglio potentissimo, destinato a mutare la storia dello stesso Albero. Se e` la madre, della tribu` di Levi (= che ha aderito) a partorirlo, (ad essa, quale prefigurazione della Madre del Salvatore abbiamo attribuito il Geburah dell’Albero bianco), tuttavia la sua sopravvivenza e` dovuta sia alle levatrici ebree che alla sorella Miriam (= veggente) ed e` poi la figlia del faraone ad adottarlo e a dargli quindi l’educazione e l’istruzione; questo complesso di elementi femminili nel loro insieme favoriscono lo sviluppo del germoglio Mose`. Ad essi abbiamo attribuito le sephiroth Malkuth e Yesod, quali ‘vasi’ per la raccolta di quell’energia che dovra` liberare dalla schiavitu` Israele. Il grande nemico di Mose` e di Israele e` ovviamente il faraone a cui abbiamo attribuito il mentale negativo, e che ha alle spalle tutta la potenza fisica e astrale d’Egitto, soldati, maghi e indovini. La lotta che Mose` deve sostenere con lui, che ha tentato invano di ucciderlo fin dalla nascita, e` l’eterna lotta del Bene contro il male, lotta che l’individuo, anche se e` gia` Israele (= colui che ha lottato con gli uomini e con Dio e ha vinto) deve sostenere in ogni incarnazione per poter ogni volta riaffermare la sua scelta  di Ordine rispetto a disordine, di Cosmo rispetto a caos, di Amore rispetto a odio, fino al raggiungimento della Reintegrazione, cioe` dell’Assoluto stesso.  Ma torniamo all’Albero di Mose`: nella parte reintegrativa dell’Albero bianco abbiamo collocato in Yetzirah, astrale, Zippora (= passera, che permette il volo), figlia di Ietro, moglie di Mose`, che lo salva dall’Angelo della morte, che stava per colpirlo a causa della non ‘circoncisione’, e Ietro (= il Signore ha dato in piu`), padre di lei, in Chesed; infatti Ietro, re e sacerdote, padre delle sette virtu`(= le figlie), ha per lui la funzione di ‘consigliere’ (sara` lui a suggerirgli la struttura gerarchica dei giudici del popolo per alleviare i suoi compiti, v. Es. 18, 12-27). Abbiamo posto l’Angelo del Signore, che compare come Angelo della morte e anche come esecutore materiale delle piaghe nel Briah (mentale) bianco a indicare la forza mentale che deve essere messa in opera per distruggere il male, e ovviamente la Voce del Signore in Daath, quale centro Cristico dell’Io Sono, Coscienza, Jhwh.

Passiamo ora a porre sull’albero cabalistico nero le 10 piaghe quali mezzo per distruggere i 7 vizi capitali che affliggono, tenendola in ischiavitu`, Israele:  

 

Albero nero delle 10 piaghe d’Egitto e dei sette vizi capitali

 

 

Consideriamo la simbologia dei 10 flagelli (fruste) o piaghe (ferite suppurate):

 

1)      L’acqua del Nilo e` cambiata in sangue. L’acqua e` la vita della terra e dei suoi abitanti; tramutarla in sangue  significa renderla imbevibile e quindi far soffrire la sete, assetare; il sangue col suo colore rosso indica il pericolo quindi il primo flagello e` la prima frustata che produce la prima piaga per scuotere chi non vuol ascoltare la Voce  del Signore; essa, assetando  vuol ricordarci che mancando l’Acqua di Vita si muore di sete, e intanto ci mostra il pericolo della disobbedienza.

2)      L’invasione di rane. La rana simboleggia lo stagno, l’acqua putrida, l’impurita` (v. Ap. 16,13). Le rane, chiamate dal bastone di Aronne e poi dai maghi del faraone, ricoprono l’Egitto fino a che, su richiesta di Mose`, non muoiono tutte. Il secondo flagello e` la seconda frustata che produce la seconda piaga: l’impurita` nasce in noi da cio` che ristagna, si propaga nel nostro mondo e vi resta in tanti mucchi e il paese ne e`ammorbato (Es. 8,10), cioe` ci rende  maleodoranti.

3)      La polvere diventa zanzare. La zanzara che punge e irrita e` considerata la causa della dispersione dei branchi di bestiame, pertanto e` simbolo di ribellione. La polvere che si tramuta in zanzare e` la sporcizia che provoca irritazione e disordine. Il terzo flagello e` la terza frustata che produce la terza piaga: un prurito terribile generato dalla ribellione della nostra pelle alle punture velenose delle zanzare affamate del nostro sangue.

4)      L’invasione del mosconi. Nella tradizione ebraica il  Beelzebub (signore delle mosche) fenicio, dio della putrefazione e distruzione, e` associato al letamaio; nella tradizione cristiana le mosche sono omologate al male, al peccato, alla pestilenza. Il quarto flagello e` la quarta frustata che produce la quarta piaga: punture e malattie, cioe`: noia, fastidio e poi sofferenza.
Questi primi quattro flagelli colpiscono tutte il Malkuth-Yesod i due centri relativi al piano fisico a cui abbiamo attribuito il primo dei sette vizi capitali: l’accidia. Essi tendono tutti a ‘smuovere’ il faraone e il suo paese l’Egitto, dalla sua intransigenza, cioe` il nostro albero nero dalla sua indolenza verso il Se`.

 

5)      La peste colpisce il bestiame. Il bestiame fornisce carne, uova, latte, cioe` il nutrimento principale per l’uomo ed  e` poi anche la ‘forza’ per i lavori agricoli e per il trasporto dei pesi. Far morire di peste il bestiame vuol dire impoverire il paese. Il quinto flagello e` la quinta frustata che produce la quinta piaga: la bestia in noi rappresenta la parte emozionale, astrale piu` bassa, che viene mortificata e privata della sua energia per fiaccarne la testardaggine.

6)      Le ulcere sugli uomini e le bestie. La fuliggine di fornace e` la scoria cancerogena che inquina l’ambiente e avvelena aria e acqua, essa con la sua acidita` ricadendo su uomini e animali corrode la pelle e provoca ulcere, cioe` ferite che non rimarginano. Il sesto flagello e` la sesta frustata che produce la sesta piaga: il tessuto astrale negativo in noi viene corroso per affrettarne la disgregazione.

7)      La grandine su tutto il paese. La grandine e` acqua congelata dal freddo che cade in forma di granelli piu` o meno grandi, qui e` accompagnata da lampi di fuoco colpisce l’erba del campo e spezza gli alberi della campagna. Siamo di fronte ad una vera e propria tempesta in cui acqua, aria e fuoco si sono alleati per colpire la terra astrale. Il settimo flagello e` la settima sferzata che produce la settima piaga: ‘campo’ ed ‘albero’ simboleggiano la nostra personalita` che va forgiata dalla disciplina del Se`.
Il quinto, il sesto e il settimo flagello colpiscono il nostro mondo astrale in particolare i centri relativi alle sephiroth Hod, Netzach e Tiphereth a cui abbiamo attribuito, nell’albero nero, l’avarizia la lussuria e l’invidia che rappresentano la peste, le ulcere e i chicchi di grandine del nostro mondo  del sentimento volto al nero.

 

8)      L’invasione delle cavallette. Le cavallette nella tradizione ebraica sono il simbolo della devastazione e della voracita`, ma anche della nullita` (Nm. 13,33): niente di verde resta sugli alberi e sull’erba del campo in tutto il paese. L’ottavo flagello e` l’ottava sferzata che produce l’ottava piaga: ancora ‘campo’ e ‘albero’ vanno intesi come metafore della personalita` ‘svuotata’ questa volta del verde. Il verde delle piante e` legato alla funzione clorofilliana, indispensabile alla nostra respirazione, al mentale (aria dell’albero) nero viene sottratta l’aria.

9)      Le tenebre per tre giorni.  La cecita`, il buio, il non vederci chiaro, hanno sempre simboleggiato la incapacita` di comprendere e di capire. Se non viene fatto il giusto sforzo per ‘vedere bene’ allora si perde la possibilita` di ‘vedere’ per tre giorni. Tale periodo di oscurita` esterna dovrebbe permettere di ‘interiorizzare’, di andare nell’interno di noi a cercare la vera Luce. Il nono flagello e` la nona sferzata che produce la nona piaga: il buio. Se neanche con la nona piaga riusciamo a svegliarci dobbiamo subire la decima.

10)  La morte dei primogeniti. Il primogenito e` il primo nato, il frutto dell’amore e del vigore. Se il primogenito del mentale non e` volto al Se`, cioe` indirizzato alla Spirito, allora tutti i primogeniti del paese, uomini e animali, vengono uccisi dall’Angelo della morte, riciclati perché ormai inutili. Il decimo flagello e` la decima sferzata che produce la decima piaga: La capacita` intuitiva, il fuoco del mentale,  che non viene messo a servizio del Se` viene ritirato e cosi` tutto l’albero nero, perdendo la radice che lo unisce all’Albero bianco e gli permette di sopravvivere, si disintegra. 
L’ottavo, il nono e il decimo flagello colpiscono il nostro mondo mentale e in particolare i centri Geburah e Chesed e quella parte di mentale superiore (che facciamo corrisponde ai primogeniti) che e` propria dell’Avversario, e che, in questo contesto, coincide con il figlio del faraone. Abbiamo attribuito a questi centri l’ira, la gola e la superbia i tre vizi capitali che edificano l’albero nero e che poi, arrivati al loro limite,  vengono disintegrati con tutto l’albero.

Grazie F.V.

 

 

 

MOSE': Il copione

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